Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

Saxa Rubra « Un mondo fatto solo di vento» Con la televisione, ho avuto un rapporto distratto. Non l'ho mai guardata molto, se si eccettuano le trasmissioni sportive; non ho imparato i nomi dei suoi eroi; non ci ho pensato in termini teorici. La televisione era lì, fin da quando ero piccolo: nel 1954 avevo 11 anni. Ritenevo, semmai, che vi fosse, in essa, una qualità grigia, scolorita, noiosa. Che cos'era il cinema in televisione se non una reductio ad absurdum? Dal troppo grande al troppo piccolo. Ciò che è grande alimenta la macchina dei sogni; o assorbe in sé, come un amore-che sempre ci deve contenere, in esso dobbiamo riposare. Ma si può riposare in ciò che è piccolo, più piccolo di noi? Insomma: la televisione sta al cinema come una cartolina della Primavera del Botticelli al quadro che scopriamo agli Uffizi nella sua immensità. A causa, forse, del declinare dei miei interessi teorici per il teatro (declino dovuto al tramonto del teatro come «disperata vitalità»); o a causa di un oggettivo, improvviso, virulento accrescersi della disputa, in Italia, sul tema «televisione», mi sono accorto che da qualche tempo andavo ritagliando più articoli su questo argomento che su qualsiasi altro. Ma il mio interesse era ancora oscuro, 173

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