Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

di nuovo (in mutatione igitur sexus non alius labor nec ulla novarum rerum creatio exiguntur): né nel corpo dell'uomo né nel corpo della donna. Quando l'utero si capovolta in glande e il glande si capovolge in utero la femmina è immediatamente maschio (uomo estroverso) e il maschio è subitamente femmina (uomo introverso). Si potrebbe anche dire che, in questo rigido schematismo dell'inversione, non c'è nemmeno più posto per discutere l'ipotesi del passaggio dalla perfezione virile all'imperfezione femminile e dall'imperfezione muliebre alla perfezione maschile. Non c'è più posto, in altri termini, per considerare il transito dal femminile al maschile come evoluzione e quello dal maschile al femminile come involuzione. V. Galeotto Marzio non giunge alle conseguenze estreme del suo ragionamento: la possibilità di progressione, in condizioni normali, del corpo della donna nel corpo dell'uomo; la capacità di regressione del corpo dell'uomo nel corpo della donna. Tocca al ferrarese Arcangelo Piccolomini (1525-1586) dire, quasi un secolo dopo, nel corso delle sue lezioni d'anatomia sulla fabbrica del corpo umano, che la regola della processione e della regressione costituisce una felice spiegazione fisica dell'unicità dell'essere umano: un essere sessualmente distinto in un modo che però non è mai permanente, in una maniera che comunque non è mai definitiva18 • Il punto di partenza del Piccolomini è che, se la femmina è - per nascita - un essere umano, la donna è uomo come il maschio (si mulier homo nata est, profecto, ut vir est homo, igitur mulier erit homo)19 • Non si tratta qui d'un discorso sopra l'astratta pari dignità d'individui che sono (e restano) differenti soggetti di diritto nella comune umanità. Si tratta d'un discorso che intende fondare l'uguaglianza sopra il fatto che tra l'uomo e la donna non c'è una differenza fisica radicale. Infat64

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==