Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

attività parte da lì. Da un amplesso che non è divenuto «scena primaria», ma un fatto godibile così come era in realtà, e quale sarà stato il primo? La questione oscura e terribile dell'origine contro la quale nasce e si costruisce la creatività e l'intelligenza del soggetto si riduce così nei termini di un godimento proprio, fatto del furto del godimento riconosciuto come tale, dei genitori. Niente lotta tra padre e madre, niente trasposizione, semplicemente sesso. Una verità che, all'inverso della falsità delle teorie sessuali infantili su cui si fonda la futura verità del soggetto, dà inizio alla falsità e alle falsificazioni dell'architetturare del perverso. Il disegno può sedurre il perverso, ma è un disegno rozzo, appena abbozzato, come incompiuto è l'atto affinché lui possa in. trodurvisi, e sproporzionato al piano congegnato. La ripetizione del nevrotico è priva di un piano, giacché il suo stesso senso gli è ignoto. Per lo psicotico la disseminazione è casuale e lo stesso goal è solo invasivo. Per il perverso la precisione con cui il punto di vista e il punto da cui giunge il suono coincidono, il perverso è sempre nel letto che guarda e da cui giungono i gemiti, fa sì che la serie, che per l'artista è la rifrazione con cui la diversa densità dell'oggetto risponde ai piccoli movimenti del soggetto, si torca in una collezione di parti di sé. Ciò che il perverso colleziona di altri sono i suoi stessi pezzi e in questo non mente quando dice che si tratta di roba propria. Anche i feticci che il maniaco sottrae alle vittime sono il proprio seno, il proprio pube, il proprio piede. Il perverso non distingue nemmeno tra corpo e protesi ed è in quel punto che la perversione può apparire psicosi, quando la sottrazione di una scarpa equivale a quella della vita. Il richiamo dell'inanimato che un «luogo della fobia» non ha distinto dall'animato. La psicosi vede la disseminazione nella realtà. La «normalità» la incanala lungo il corso di una maturazione 49

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