re quella ossessiva che segue immediatamente lo spaziotempo del luogo della fobia con i riti di propiziazione dell'animato e di cura dell'inanimato, sotto la guida di un Dio sotto il cui occhio l'«eroismo» inventivo delle teorie sessuali cede il passo al suo negativo, un eroismo di saper essere vittima che nell'adulto manterrà l'identificazione al bambino, che ora chiude il suo periodo di «sapere», dimentica le sue «risposte teoriche», e si rifugia nella latenza. All'uscita dalla latenza, una nuova inconfutabile mutazione fa riemergere il binomio animato-inanimato, che lo aggredisce brutalmente. Il fatto di aver dovuto darsi tante risposte e di essersele volute dimenticare ha fatto passare nell'inconscio le teorie sessuali infantili e l'inconscio incomincia a disturbarlo come un'alterità e insieme un'oscura responsabilità. Il bambino-adolescente non riesce ad amare la mutazione in corso perché di nuovo teme la mutazione, non più come qualcosa di esterno che lo colpisce, i granelli di sabbia, o il seme da cui nascono i fratellini, ma come qualcosa di incontrollabile in se stesso. L'anoressia è una delle soluzioni del soggetto mutante, è la prova che una mutazione può avvenire, il dimagramento, senza che il soggetto intervenga, esso si astiene, e rimanda ad altri, la nutrizione coatta artificiale, la responsabilità di produrre materia. Al contrario, la bulimia è la sfida dettata da un'angoscia pre-luogo della fobia (l'anoressia mima invece la scelta «teorica» del luogo della fobia) in cui la pressione di una materia estranea gonfia il soggetto. L'oscillazione tra anoressia e bulimia, due anomalie nella mutazione, è pari a quella tra l'affido a un gestore per declinare la responsabilità della tecnica e la gravidanza isterica che ricollega il sintomo dell'adulto al fondamento psicotico. Una bambina di undici anni racconta in analisi di aver saputo di una seduta spiritica tra tre bambini, che in seguito definisce molto piccoli, e riferisce la frase del padre 39
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==