Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

ma «perché il futuro non deturpi con l'azione». Ed è appunto perché questo non avvenga che Tiziano gli ha tolto la M. Marco è ricondotto nell'inanimato per la tranquillità del nonno. Di fronte, di faccia al pittore che dipinge rimane il figlio Orazio. Ma il figlio che fronteggia il padre è destinato a morire. Se la vecchiaia è la sconfitta di fronte alla vita, se è il venir meno della vita di fronte a un'altra vita, dove è collocabile la vecchiaia? Per il perverso che opta per il morto e vi si identifica ed evitando il luogo della fobia evita di nascere come soggetto, la vecchiaia è all'inizio. Egli sa troppe cose sulla sessualità, sul godimento, sulla morte, nel futuro c'è l'immutabile. L'adolescente che esce dalla latenza è un mutante che ha paura di se stesso. Nel secondo faccia a faccia con il padre, il primo l'ha risolto architettando il luogo della fobia, esita di fronte a una propria azione futura, il godimento del padre gli faceva terrore, ma il proprio gli fa orrore. Di fronte alla vita, l'adolescente ha il punto di vista della vecchiaia. Guarda all'indietro e conscio di ciò che aveva dimenticato può abbandonarsi alla violenza che aveva sentito nel padre e identificarsi al suo esito, è lì, a quell'età, che può sorgere la schizofrenia che ho definito una identificazione alla materia spermatica, oppure può rifiutarla, nel padre e in sé e preferire la morte. Non ci si può collocare di faccia, al padre che dipinge. La silhouette è il disegno che testimonia nei sogni del1'adolescente e dell'adulto in analisi la necessità del profilo. Non a caso la silhouette riguarda, in medaglioni o in picchi, i genitori, morti o presenti nei culmini della sessualità. Tiziano ha paura della morte. Per due volte la peste colpisce Venezia. I suoi dipinti sono attraversati dalla paura e si ripropone il trittico della sopravvivenza. 35

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