Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

Il pentolino di Varsavia L'avvio di questo incontro si deve al desiderio di comprendere o in qualche modo mettere in rilievo i comportamenti di un artista rispetto all'ambiente in cui lavora. Virginia Finzi Ghisi ha visitato il mio studio con l'idea di trasferirlo qui, almeno in parte per rendere più efficace la mia esposizione. Nello studio di Milano vi sono molti oggetti oltre i materiali per dipingere, tele, assi per puntare le tele, carte, colori, inchiostri, penne, matite, un cavallo di stoffa grandezza naturale, un gallo, un coniglio (impagliati), pentole, giocattoli e un piccolo recipiente che io chiamo tegamino. Di tutto lo studio ho portato questo oggi con me. Parlando di lui cercherò di spiegarmi. Come vedete si tratta di un pentolino smaltato, caffettiera o teiera di un bel blu, corroso dalla ruggine. L'ho trovato quarantacinque anni fa tra le rovine del ghetto di Varsavia. Da quel giorno non mi ha mai abbandonato, segno più di essere vivente, di una tragedia, di una dolce vita domestica, di un gesto quotidiano che si ripete in tanta parte del mondo. L'azzurro di questo povero oggetto ha rappresentato per me col mutare delle situazioni, con il rovesciarsi di tante speranze (ero nel '48 a Varsavia per il congresso mondiale degli intellettuali per la pace; la 197

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