Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

15 Sono i vv. 886-900 della Teogonia, nella traduzione di Graziano Arrighetti. 16 Per esempio, ai versi 56 e 914, sempre della Teogonia. 17 Qui in realtà è Circe a consigliare a Odisseo lo stratagemma della cera e delle corde (Od. XII, 39 sgg.). Ma lo fa prima della sua partenza dall'isola, comunicando un'utile informazione, non «ispirando» una scelta. 18 Od. IX, 300-306. Il «pensiero» del verso 303 è thymos, quello che normalmente si traduce cuore, come al verso 300; il diaframma del verso 301 è frenes, che per lo più viene reso con «animo». Questo doppio bisticcio terminologico illustra la difficoltà di una resa realistica (popperiana) della terminologia mentale in Omero. Ma comunque è chiaro che l'autocoscienza qui è perfettamente sviluppata come nell'episodio di Itaca: c'è infatti riflessione, previsione, anticipazione, ricordo, sopportazione, disciplina degli impulsi del corpo all'autorità del soggetto. 19 Trad. it., p. 486. 2° Cfr. Alcibiade I, 130a. 21 Teogonia, 535-570. 22 Il testo greco usa un'espressione interessante: profroni thumo', dove si nota la ripetizione di elementi «mentali» come fren e thumo's, con la particella pro dell'anticipazione: la metis consisterebbe in definitiva nel profronein, nell'anticipare: un privilegio del futuro sugli altri tempi che viene spesso sottolineato da Heidegger, per esempio nei paragrafi 65-69 di Essere e Tempo. 23 In realtà il testo dice epì dolìe techne con arte ingannevole, che è un concetto quasi-estetico molto interessante: siamo ancora una volta all'assimilazione di una mimesi con l'inganno: un tema che avrà importanti conseguenze filosofiche. 24 Per una storia di questo destino, vedi Boitani 1992. 25 Sarebbe più giusto parlare di ipseità, un'espressione che per esempio usa Heidegger. La questione, qui, è di essere proprio quell'Odisseo: in latino ipse. Ma il punto è che nel nostro linguaggio, la condizione per essere ipse, «proprio lui», è per l'appunto di essere innanzitutto idem, sempre lo stesso. Questo ci chiede per esempio la nostra carta d'identità con stratagemmi come fotografie, impronte digitali e descrizioni varie. Se non siamo più identici, se l'età o altro ci ha fatto cambiare, l'identità non garantisce più l'ipseità, e bisogna rinnovare il documento. Questa intuizione, del resto, è alla base della definizione della Critica della ragion pura più volte citata. Il problema di Odisseo, e anche la sua forza, è di essere pochissimo idem. Il tema dell'incerta identità del soggetto avrà sviluppi enormi e per nulla pacifici nel seguito della cultura occidentale. La prima volta in cui questa molteplicità della metis mostrerà tutto il suo aspetto pericoloso è probabilmente nell'Anfitrione di Plauto, primo esempio di doppio perturbante della letteratura occidentale. 193

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