Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

L'intervento di Atena è per noi un elemento che disturba la motivazione piuttosto che renderla accettabile, ma per Omero la divinità qui è necessaria. Noi ci aspetteremmo una «decisione», cioè una riflessione e una azione di Achille; in Omero invece l'uomo non si sente ancora promotore della propria decisione. Ciò avverrà solo nella tragedia. Del tutto diversa è la narrazione della reazione di Odisseo al dubbio sull'azione (Od. XX, 17-30): [...] comprimendo il petto, rimproverava il cuore: «Sopporta, cuore: più atroce pena subisti il giorno che l'indomabile, pazzo Ciclope [mangiava i miei compagni gagliardi, e tu subisti, fin che [l'astuzia ti liberò da quell'antro, che già di morire [credevi». Così diceva, nel petto rimproverando il suo [cuore; e fermo nell'obbedienza restava il cuore costante, tenacemente; ma lui si voltava da una parte e [dall'altra. È Odisseo qui che svolge le funzioni che nel caso dell'episodio di Briseide (e in genere per tutto il corso dei poemi omerici) sono attribuiti agli dei; lui stesso medita, decide, si trattiene. Non a caso sovente gli troviamo riferito l'epiteto «divino» (theoios) e spessissimo quello di «luminoso» (dios), imparentato con la radice di Zeus. La capacità di autodecisione di Odisseo è sottolineata dal fatto che anche in questo episodio abbiamo l'apparizione di una divinità, la stessa Atena che aveva trattenuto Achille per i capelli, e che spesso protegge in vari modi Odisseo. Ma qui essa compare dopo che la scelta è stata fatta, e si limita a rincuorare e a tranquillizzare l'eroe, regalandogli un buon sonno. 176

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