Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

Ora è Mizzi che si fa servire, l'anno prossimo toccherà a Lotti recitare il ruolo della padrona. Agli occhi di Axel, il patto stabilito tra le due sorelle trasforma il legame familiare in un vincolo ancora più forte. Ora che ha saputo la verità gli è impossibile immaginare una senza l'altra, al punto che l'idea di fare all'amore con Mizzi gli appare «assurda e scandalosa quanto quella di fare all'amore con una di due sorelle siamesi» (RI 150). Pur di stare vicino a Mizzi, almeno per un giorno, Axel si traveste da domestico. Recitando a sua volta la parte del servo, Axel capisce che «la dipendenza del padrone di schiavi dagli schiavi è potente come la morte e crudele come la tomba» (RI 155). Ed è anche più potente dell'amore, perché è compito del servitore cacciare di casa, a un cenno della dama, l'innamorato respinto. Mizzi e Lotti sono disposte a sopportare la miseria, ma non la vita senza schiavi. La messa in scena non è un inganno agli occhi del mondo, ma una necessità profonda: Nessuno schiavo poteva sospirare e struggersi per la propria liberazione più di quanto Mizzi e Lotti non sospirassero e si struggessero per i loro schiavi. (RI 158) L'accenno al cameriere Jean - il suo pallore e le sue lacrime per non essere riuscito nel compito che gli è stato affidato, così come l'accostamento tra la pesca che non si trova e lo scoppio della guerra - rimane sospeso: una falsa partenza, prima che il racconto si sviluppi intorno alla dipendenza dei padroni dai propri servitori. Ma queste poche righe sono all'origine di Ilpranzo di Babette, un racconto che Karen Blixen pubblica 16 anni più tardi e che nasce proprio dalla strutturazione di questo minimo nucleo iniziale. Tra il cameriere Jean e i clienti dell'albergo c'è un rap54

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