Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

Re Lear-Yahweh: l'amore di un padre e i mostri degli abissi 1. Lear è un personaggio letterario di tale grandezza da sfidare ogni descrizione diretta: qualsiasi cosa si dica di lui, subito si avverte il bisogno di controbilanciarla con un'affermazione diametralmente opposta.'' Al pari del mio compianto amico Northrop Frye, sono portato a vedere il precursore di Lear nello Yahweh delle Scritture, noto a Shakespeare attraverso la Bibbia di Ginevra. Come ha osservato Frye, «quello Yahweh non è affatto un dio teologico, ma un personaggio intensamente umano, violento e imprevedibile quanto Re Lear1 ». Le improvvise esplosioni di collera di Lear sono infatti sorprendenti come quelle di Yahweh, e, come Yahweh, Lear rimane talvolta al di là della nostra misura; molto più di qualsiasi altro personaggio del dramma, Lear è in pari tempo un dio caduto, mortale, e un re. Ma, a differenza dello Yahweh delle Scritture, Lear è temuto e insieme amato da tutti coloro che nel dramma sono, da un punto di vista morale, degni di ammirazione: Cordelia, Kent, Gloucester, Edgar, Albany, mentre coloro che odiano il re sono mostri degli abissi. Rimane fuori il Fool, il quale ama Lear e tuttavia manifesta una inquietante ambivalenza nei confronti del suo padrone. Il Fool, quarto figlio 34

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