Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

mio, io vò gridare e farne instantia, e pregare e suplicare vostra ex1ia che più presto mi chiami a Ferrara, che lasciarmi qui con vergogna. (Lettera 1 3 9)22 E qui vostra ex1ia mi perdoni, che mi voglia lamentare di lei un poco(...). A me par che in ogni cosa di Carfagnini, et essendo io a Ferrara, dovevo esser domandato di che conditione eran costoro: sed de his satis. (Lettera 150)23 l'amore della giustizia mi spinge a scrivere e dire quello che accade.(Lettera 156)24 «L'amore della giustizia»: con questa sigla potrei chiudere questo excursus rapsodico tra le pagine e le righe di Ludovico Ariosto, poeta delle Satire, onest'uomo tra i briganti, negli anni in cui si era «fatto vecchio». Mi sia tuttavia concessa una breve appendice, che ci riconduce, almeno in parte, al tema di questo nostro incontro25, e ad uno dei suoi subliminari numi tutelari: Tiziano Vecellio. A Tiziano, che ebbe modo di conoscere il poeta nel corso dei suoi soggiorni presso gli Estensi, vengono attribuiti tre ritratti di Ariosto. n primo è il «Ritratto d'uomo», oggi alla National Gallery di Londra, assai noto. Se l'attribuzione a Tiziano appare più che probabile, vieta, tra l'altro, la tradizionale identificazione del soggetto con Ariosto, la probabile datazione giovanile, tra il 1508 e il 1512, quando Tiziano non era stato ancora a Ferrara. Nel secondo, apparso sul mercato nel 1929, più tardo(1516?), il riferimento ad Ariosto appare ancora più dubbio26 . Certa è invece la mano di Tiziano nella incisione tratta dal Marcolini da un disegno del Maestro, che adorna il frontespizio, dell'edizione del Furioso del 15 3 2 e viene ripetuta in quella, postuma, delle Rime (1546). Senza voler concedere alla fisiognomica più di quanto essa consenta, non si può non rilevare come l'immagine che Tiziano ci 186

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