Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

La durata di questo insieme di manifestazioni legate alla guerra evoca i tempi e le leggi della natura. Bisogna arrendersi all'evidenza che dietro alla trasformazione degli scenari bellici e post-bellici si profila la perennità della «guerra di natura» di cui parlava de Candolle e il rapporto di ciascuno di noi con la sfera dell'origine e della generazione. Il furor da cui siamo posseduti e che esce fuori nell'ira delle donne in prossimità della menopausa è il furore plurale di Giordano Bruno, il furore delle armi e quello dell'amore. Dislocamenti di un secondo inconscio Come la vite offre riparo dai raggi troppo cocenti del sole, cambia il gioco dei colori e delle forme. La nevrosi di guerra in tempo di pace è come una scuola d'arte che si svolge in due corsi. La scuola è una scuola di sopravvivenza e la minaccia viene dal godimento del padre. Nel primo corso, o corso dell'Inc, troviamo che la luce è della massima intensità, vicino all'incandescenza, e i colori la scompongono con le loro gradazioni. Nel secondo la luce è quella di un sole al tramonto, il residuo, abbiamo detto, di una radiazione primordiale e i colori appaiono ìn tutta la loro vivezza duellando a coppie: rosso e giallo, marrone e bianco. In entrambi i «corsi» la luce, sostanziata in una materia malleabile, viene lavorata: nel primo riceve la forma tondeggiante di una palla di muco o di una granata come quella inesplosa che mi venne consegnata in sogno da un analizzante che per tutto il tempo dell'analisi si era trovato a confrontarsi con il passato nazista del padre. Nel secondo la materia luminosa e spermatica assume la forma di strisce che si distendono, come attraverso lo schermo di due persiane, su ogni cosa: corpi, volti, abitazioni, tende, bandiere, strade (le strisce pedonali), prodotti (il codice a barre). La palla si raggruma nelle case, le strisce occupano il territorio. Dalla pas114

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