Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

stomazia, ci informa addirittura che esisteva una T'Y]À.ey6VELa, che faceva parte dei poemi del ciclo epico. Se dunque si deve prestar fede a questa antica tradizione, a Ulisse capita una morte del tutto accidentale, ma, secondo gli antichi, in linea con la profezia di Tiresia. Questa morte era dunque «lontana dal mare» (tl; aMç), cioè nella terra d'Itaca, e mostrava un Ulisse re saggio che cerca di prendersi cura e di proteggere ad ogni costo i suoi beni, confermando i due dati fondamentali del suo carattere, quelli di noÀ.uµ'Y]nç e di KeQòaÀ.foç. Ma tutto questo non spiega il significato letterario del tredicesimo canto: a noi piace invece considerarlo come una presentazione «per contrarium» dell'ultima parte del poema, quella tutta itacese, che simmetricamente racconta un viaggio completamente terrestre e che si conclude nel XXIV canto con una nuova visione dell'oltretomba. Quindi il trinomio vendetta - viaggio - morte viene prima annunziato e poi riassunto nel primo e ultimo libro della seconda parte dell'Odissea. A ben guardare, lo stesso schema narrativo veniva utilizzato nella prima parte dell'Odissea. Nel primo libro infatti veniva annunziato, anche qui «per contrarium», l'argomento della prima parte: il viaggio di Ulisse e quello-di· Telemaco, illustrando gli avvenimenti in successione cronologica, mentre nel racconto sarebbero stati narrati in modo inverso..Lo schema viaggio - liberazione dell'eroe - telemachia viene infatti descritto così: telemachia - liberazione - viaggio (canti II-IV, V-VIII, IX-XII). Questa elaborata presentazione degli avvenimenti nei canti I e XIII potrebbe quindi avvalorare, se ancora ce ne fosse bisogno, una unità di scrittura del poema. Nella sua prima parte, però, c'è una dettagliata narrazione di quanto viene annunziato (Telemachia; partenza da Ogigia e arrivo a Scheria; racconto del viaggio), mentre nella seconda la narrazione dei tre avvenimenti prin18

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