Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

La rappresentazione di quella linea di frontiera che Quiroga non riesce mai a stabilire e che trascina i suoi personaggi nel terrore e nella morte: D'un tratto varcammo la linea- immaginaria, se si vuole, ma perfettamente definita- e il vento ci afferrò... In un solo minuto il Paranà si era trasformato in un mare in preda all'uragano... 27 Si è detto che le grandi assenti nei racconti di Quiroga, mai nominate espressamente, sono le imperscrutabili cascate dell'Iguazù, che compaiono solo una volta in tutta l'opera attraverso una interrogazione: A molti giorni di lì, il Paranayba cambiava nome, lei lo sapeva bene. Ma ancora più oltre, in direzione di quell'abisso incomprensibile dell'acqua che scendeva, non c'era forse un limite, un immenso banco di rocce messe di traverso a trattenere le acque in eterna discesa?28 In alcuni dei migliori racconti quiroghiani la morte del protagonista si produce nel momento di passaggio di una barriera. Così in Euomo morto, considerato dalla critica fra i più eccelsi racconti di Quiroga, il protagonista-uomo « ...nell'abbassare il filo spinato per passare dall'altra parte, il piede sinistro gli scivolò su un pezzo di corteccia staccatosi dal paletto, mentre l'accetta gli sfuggiva di mano. Cadendo, l'uomo ebbe la remotissima impressione che l'accetta, a terra, non stesse di piatto»29 • Nel racconto Il Figlio, il padre, dopo aver fantasticato la morte del figlio in un incidente di caccia, quando accade veramente nella realtà, non potendo accettarla, nega ciò che è avvenuto e immagina di ritornare a casa insieme al figlio: Sorride di allucinata felicità... Perché quel padre 136

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