Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

dell'altro. Ma tale annullarsi, il momento cioè che viene evocato dal Bruno come il momento stesso della «cecità», non può non ribaltarsi nel suo opposto poiché, una volta che la conoscenza umana entra nella sfera dell'infinito, i due contrari, potenza attiva e potenza passiva, intelletto ed amore, contemplazione ed azione, rivelano inevitabilmente quella che è la loro coincidenza. L'esperienza del «furioso» malinconico è dunque quella del comporsi di quei contrari che erano stati la causa della sua scissione e l'origine della sua tormentosa ricerca, è scoperta della loro esatta valenza cosmica e nello stesso tempo della loro indistinzione e coincidenza una volta che si sia giunti su quel terreno dell'infinito a cui conduce la contemplazione della natura. Per questo il loro dissidio ha avuto sin dall'inizio qualcosa di reale e di fittizio insieme; per questo H momento attivo proprio dell'uomo, la sua capacità di trasformare le cose in se stesso, nella sua natura intellettuale mediante la potenzialità infinita propria dell'intelletto appariva in contrasto con quella metamorfosi dell'uomo in ciò che è al di fuori di lui così come viene operata dalla forza dell'amore; ma tale contrasto non era altro che la condizione imprescindibile per il progressivo ricomporsi dei contrari. Così, già nel corso della ricerca del «furioso», momento attivo e momento passivo sono destinati inevitabilmente a scambiarsi i ruoli in vista della loro coincidenza finale, in vista del momento in cui la divinità stessa apparirà come quella che sola può attualizzare la potenza infinita dell'intelletto e dell'amore. Nella prospettiva dell'infinito, che non può mai essere concessa all'uomo nella sua assolutezza, ma che tuttavia è infinitamente perseguibile da lui, il rivelarsi della divinità diviene il suo stesso nascondersi ai nostri occhi; quella natura infinita che ha reso possibile la nostra contemplazione ci mostra come il tradursi del tutto in Essa e il tradursi di Essa nel tutto «si pareggino», per usare l'espressione bruniana, o, in altri termini, si eguaglino quel30

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