Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

dell'arte che resiste ai turbamenti dell'immaginazione che si alimenta alle fonti incestuose. Certezza e incertezza. L'incertezza della nascita, che gli faceva vagheggiare un'origine da un luogo abissale "senza patria", ha lasciato Redon in balìa della sola "certezza" materna. Ma l'incertezza favolosa riguardo al padre, descritto dal figlio come un eroe leggendario, giovane esploratore di savane e foreste, con accenti ispirati a Rimbaud: "il fut colon, il eut des nègres", "fu colono, ebbe dei negri", si traduce nell'adozione da parte dell'artista di una materia incerta nella quale modellare il suo sogno. Nel rendere, nel 1913, un particolare omaggio a Auguste Bresdin, di cui si era riconosciuto allievo nelle primissime opere, Redon nota che da bambino l'artista incisore scarabocchiava e incideva sul cuoio, e aggiunge: "C'est que son père était tanneur", "il fatto è che suo padre era conciatore". Lasciata la casa, grazie all'intervento del curato, per realizzare la sua vocazione, Bresdin si inventerà una madre nobile e non farà che "peregrinare in immaginazione verso mondi migliori", disegnando famiglie in viaggio, barbari in emigrazione, popoli in fuga. Rientra nella particolare autoconsapevolezza e lucidità di Redon questo modo di collegare la vocazione di un artista alla chiamata che promana con la forza dell'oracolo da una materia, oggetto di lavorazione paterna, e che lo indirizza all'incarnazione di un proprio romanzo familiare. Io mi chiedo se quella breve osservazione incisa tra parentesi, venata di letteratura: "fu colono, ebbe dei negri" non ci inizi proprio al linguaggio in cui una materia particolare rivela i suoi segreti: come passare dal magma seminale, la polvere bassa a una rappresentazione. La parola del carbone, materia qualunque priva di bellezza in sé, pulverulenta e sgradevole, è il nero, il nero al quale Redon presta i tratti della mitizzata personalità patema: l'essere imperioso, indipendente di carattere, anche duro ("Il faut respecter le noir. Rien ne le pro190

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