Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

Il remo e il vento 3.1 La caratteristica fondamentale dell'epica omerica, che ne segna il ritmo e la peculiarità, è l'uso delle formule, di interi versi cioè o di lessemi o di soli aggettivi che determinano i personaggi, descrivono situazioni o le collegano tra di loro. Numerosi aggettivi accompagnano il nome di Ulisse all'interno dei poemi: divino, simile a un dio, coraggioso, distruttore di città, irreprensibile: sono in fondo termini vaghi, che vengono attribuiti anche ad altri eroi e spesso agli dei. Ma ce ne sono due che appartengono solo a lui, che non sono cioè usati per indicare altri personaggi: l'uno lo segnala come uomo dai molti travagli, l'altro come astuto o dalle molte capacità: è JtOÀ:Uµrp:tç, che appare molto spesso sia all'interno dell'Iliade che dell'Odissea. Questo termine variamente tradotto - molto avveduto, scaltro, accorto, ricco di consigli (così dal Pindemonte) - deriva dal termine µij-nç, che significa saggezza, abilità, artifizio8 e che corrisponde al latino prudentia o prudens consilium: indica in sostanza una mente capace di affrontare le situazioni più disparate e difficili, per mezzo di una logica pronta a risolvere ogni problema. 3.2 Quando Ulisse arriva sull'isola Eea, dove abita Circe, dopo aver esaurito i soliti preliminari (il banchetto e il sonno ristoratore) fa una rivelazione sconvolgente ai suoi compagni: il giorno precedente si era inerpicato su una cima rocciosa ad esplorare, e ora afferma: Sentite le mie parole benché angosciati, compagni o cari, qui non sappiamo dov'è la tenebra e dove l'aurora o dove il sole, che gli uomini illumina, cala sotto terra o dove risale; cerchiamo dunque al più presto se c'è ancora un mezzo; ma io credo di no9 • 155

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