Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

ri» quando per millenni non c'era nessuno a vederlo. Nei suoi fossili batte ancora l'ala di una mosca imprigionata nell'ambra; le sue pietre rotolano sulle rive del Mar Nero come «diari metereologici». Sono diari «impressionistici» che «valgono non solo per il passato ma anche per il futuro», un futuro indispensabile all'orientamento del testo poetico. E proprio questo nesso passato-futuro, un Meridiano temporale, sembra dare, oggi, a noi, un'indicazione sulla «periodicità» del movimento, sulla percorribilità di un'«intelligenza geologica» che ritrova gli stessi materiali a una nuova distanza. Non abbiamo che da prendere gli strumenti che Mandel'stam ha usato per leggere la Divina Commedia: il martelletto del geologo e la bacchetta del direttore d'orchestra. «Il martelletto geologico per identificare la struttura cristallina del minerale di cui è composta [la Commedia, e con essa la materia poetica] per studiarne la granulosità, l'opacità e le venature, per esaminarlo come si esamina un cristallo di rocca soggetto alla più variopinta casualità. » «La bacchetta del direttore», «come nuovo e originale tipo di attività, per creare il suo nuovo dominio nell'aria» è l'espressione sintetica e aerea dell'intelligenza geologica. Con «le allusioni sonore e semantiche inglobate nel minerale cristallino» subentra «un'intelligenza non più poetica ma geologica». «Allora il lavorio puramente vocale, tonale e ritmico cede il passo a un'attività coordinatrice più potente, da direttore, cede il passo alla bacchetta del direttore. Questa prende il sopravvento sullo spazio che guida le voci e lo lacera, esorbitando dalla voce come la dimensione matematica, più potente e complessa, esorbita dalla tridimensionalità. » Questa bacchetta che prende il sopravvento sullo spazio e lo lacera, è per Mandel'stam lo strumento per penetrare, attraverso l'aria, nella quarta dimensione. In questo nuovo dominio nell'aria, c'è «la formula chimica dan89

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