Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

mini e non ce li restituisce più, o ce li rimanda a casa nel momento sbagliato». Lo sa bene Maria Braun nel film di Fassbinder: suo marito, partito per il fronte nel pomeriggio dopo le nozze, ricompare appena lei si è rassegnata e ha smesso di cercarlo. I legami familiari non sono l'unico terreno di crisi. I reduci sono una variabile impazzita che turba anche gli equilibri politici e sociali. Lo spiega agli spettatori il sindaco della città quando, per il ritorno dell'eroe di guerra, rischia di non essere rieletto: «questi uomini sono stati indispensabili e valorosi in guerra, ma non possono tornare a casa e pretendere di cambiare le nostre regole». Anche una commedia come Hail the Conquering Hero fa la sua parte quando si tratta di colonizzare la terra di nessuno. Perché ogni occasione è buona per spiegare la guerra. E ogni guerra ha bisogno di queste spiegazioni frequenti e insistite. Nel cinema americano degli ultimi venti anni, è difficilissimo trovare un violento, uno spostato, un depresso che non abbia il Vietnam nel suo passato. Il riferimento alla guerra è presente anche in film che senza il Vietnam avrebbero comunque potuto contare su una solida trama, come Blue Thunder, The Big Chill o Eyewitness (dove sono reduci il protagonista e il principale sospettato del delitto, mentre la vittima è un vietnamita arricchito con la borsa nera). I discorsi sulla guerra nei film non di guerra non si allineano però perfettamente al meccanismo di anticipazione/rassicurazione tipico dei combat e dei film sui reduci: il commento della madre di Woodrow sugli uomini che scompaiono o tornano nel momento sbagliato non aiuta a dimenticare, né a ricucire i rapporti lacerati dalla guerra. La guerra, in questo film, non è affatto un intervallo dominabile e privo di conseguenze. L'esplorazione della terra di nessunoprosegue, con una domanda ancora più radicale sulla possibilità di sopravvivere alla guerra, in un woman 's film: The Guilt of Janet 48

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