Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

natra, egli può solo testimoniare, inerte e «sciocco», gli eventi bellici. Ma a questi può terapeuticamente sottrarsi e sottrarre il lettore trasmigrando a intervalli dallo spazio-tempo della guerra in Europa ad altri contesti, del suo passato o del suo futuro postbellico americani, o della proiezione fantascientifica del pianeta Tralfamadore. Qui si vive in polemica con i terrestri un tempo non lineare, somma di unità temporali simultanee e reversibili, che impronta di sé la struttura narrativa mediata da Billy. Nel 1985, diciassette anni dopo Slaughterhouse-Five, in Galapagos, un altro reduce dalla guerra in Vietnam testimonia, da un ipotetico aldilà, lo stesso luttodivenuto iperbole planetaria. La sua voce narrante spiega, un milione di anni dopo, il destino di fine della civiltà sotto l'effetto incrociato di un'epidemia di sterilità e di una guerra insensata, da attribuirsi come ogni eventoumano ad un «cervello troppo grosso». La specie umana si è estinta come tale, regredendo verso forme di vita anfibie: la correzione dell'ipertrofia cerebrale ha azzerato la civiltà ma ha consentito la sopravvivenza. Ogni decesso è anche qui marcato da un contrassegno che lo «serializza», rendendolo insieme corrente e insopportabilmente multiplo: un asterisco accompagna fin dall'inizio il nome di ogni personaggio destinato a morire entro l'arco della narrazione. Da Mattatoio n. 5 a Galapagos il percorso del lutto si è ingigantito, si è esteso alla storia biologica, ha ribaltato la direzione dell'evoluzione darwiniana, ma ha mantenuto costanti le proprie strutture di elaborazione narrativa e psicosimbolica. In entrambi i romanzi l'insostenibile dimensione tragica degli eventi si stempera in una sconcertante traversata di generi, d'effetto globale black humour, mentre il punto di vista della voce narrante si garantisce comunque una distanza di sicurezza dalla storia, in una dimensione temporale fittizia, di follia fantascientifica o di aldilà eterno. Dagli anni Quaranta agli anni Ottanta il trauma della 168

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