Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

[Nota del traduttore. Le pagine che precedono sono tratte da Fates Worse Than Death: An Auto-biographical Collage of the l 980s (Fati peggiori della morte: Un collage autobiografico degli anni Ottanta), l'ultima opera di Vonnegut pubblicata nel settembre 1991 (negli Stati Uniti da Putnam e in Gran Bretagna da Jonathan Cape). Si tratta di 21 pezzi -brevi saggi, discorsi letti in pubblico, riflessioni, ricordi -in parte già apparsi su riviste come «Architectural Digest», «Esquire», «Parade», «Time», ecc., in parte scritti appositamente per questo volume (le pagine che precedono sono costituite per metà da un discorso tenuto nel 1990 al Museo aero-spaziale di Washington). Il tono di quella che Vonnegut stesso definisce «raccolta di saggi e discorsi{. ..} con un vivace commento autobiografico che serve da tessuto connettivo» (p. 19), e che rappresenta una sorta di seguito a Palm Sunday (1980), è estremamente conversevole, volutamente casual, pieno di incisi, di parentesi, di piccole digressioni e di qualche ridondanza; una scrittura di questo tipo ha lasciato ovviamente perplessi alcuni dei primi recensori. Al di là del registro adottato, va notato come qui Vonnegut scelga di rivisitare il «genere» autobiograficoperché spintodall'urgenza di comunicare con un mondo inteso in termini sempre più negativi, ma al quale pare valga ancora la pena rivolgersi, quasi a dire «io mi confesso, ma voi statemi ad ascoltare». In questo suo appello Vonnegut oscilla tra una visione assolutamente apocalittica e la tenue fiducianella scrittura (e nella voce, come emerge dal sempre più evidente tono «orale»). All'interno di questa oscillazione emerge la ben nota e ossessiva spinta creativa costituita dall'esperienza di guerra, esplicitamente riconosciuta come la propria musa. Parlando del bombardamento di Dresda Vonnegut infatti commenta: «Solo una persona su tutta la terra ne ha tratto un evidente beneficio, e quella persona sono io. lo ho guadagnato circa cinque dollari per cadavere, compresa la mia parcella di stasera». La centralità della guerra e del bombardamento di Dresda in particolare non è certo una novità per i lettori di Vonnegut. In quasi tutta la sua produzione essa è evidente anche quando l'intreccio si tinge di fantascienza. Ma se inizialmente Vonnegut era convinto che «lo spettacolo della tempesta di fuoco di Dresda si ponesse in qualche modo al di là del linguaggio»!, in Slaughterhouse 5 (1969) la tematizzazione diventava esplicita. La modalità scelta allora (il realismo della 164

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