Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

che la figlia di Gheddafi era una lattante e la mia presto avrebbe avuto otto anni. Secondo me la stampa non ci diede spazio (sebbene nell'atrio ci fosse una gran folla che guardava gli schermi televisivi) perché a Washington i cittadini che sostengono che la nostra forza aerea è stata utilizzata male, oppure potrebbe esserlo, sono considerati, da coloro che decidono quali devono essere le notizie da divulgare, individui politicamente immaturi, come un sacco di studenti di college, e diversamente dal dott. Henry Kissinger, incoronato Nobel per la pace. Tutto sommato noi siamo delle creature semplici, felici di credere, sulla sola base del simbolismo (ciò che sta in alto è meglio di ciò che sta in basso), che la superiorità aerea è superiorità morale. (Del resto, guardate dove vive Dio. Non se ne sta in un fosso come il Vietnam Veterans Memoria!.) Che cosa posso procurare se non una diminuzione della felicità americana se dico a una folla, ed è quello che ho fatto, che un attacco contro una popolazione di civili da parte di giovani per bene alla guida di macchine volanti enormemente costose e complesse non è, se visto da terra, per nulla diverso dalla pratica dei peggiori reparti di polizia del mondo, e cioè fare in modo che individui che non contano nulla assistano alle torture di amici o di parenti innocenti, giovani o vecchi, allo scopo di cambiare le supposte idee politiche di questi stessi individui che non contano nulla? Dopo il mio discorso una donna mi disse: «Nessuno avrebbe mai dovuto essere bombardato». «Niente potrebbe essere più ovvio», risposi. Kurt Vonnegut Traduzione di Stefano Rosso 162

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