Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

ne» (Sull'altopiano, cit., p. 62); «L'uomo è quel particolare animale che non ha natura; la natura umana è una convenzione» (Alcune osservazioni dell'autore, in Gli sguardi i fatti e senhal, cit., p. 51); «Corpo-psiche: ma il corpo non c'è se non come fantasma psichico finemente strutturato» (intervento di Zanzotto in Chi è il poeta, a cura di S. Battisti e M. Bettarini, Milano, 1980, p. 49); «tutto ciò che si può realmente fare e adoperare è convenzionale, perché la verità non si può usare, diventa immobile» (Un ritratto dal vivo di A. Zanzotto, cit.); ecc..., specialmente per quanto concerne l'impreteribile confronto con la norma-convenzione che è connesso al fare poetico. 4J S. Agosti, Il testo poetico. Teoria e pratica d'analisi, Milano, 1972, pp. 211-218. 44 Commentando il sonetto dantesco (Tanto gentile e tanto onesta pare), Zanzotto si esprime in questi termini: «Cosa vuol dire "miracol mostrare"? È un concetto questo che si presta ad essere interpretato anche uscendo dalle corrette interpretazioni legate al tempo di Dante, lungo una linea di suggestioni molto importanti: miraculum allora è il punto esatto dal quale si può mirari, cioè "vedere", nel suo complesso, l'armonia della realtà. Insomma, la donna angelica in un certo senso che sarà poi Beatrice, quella del Paradiso, vista in questa sua prima epifania di bellezza straordinaria o abbastanza eccezionale nel senso del suo presentarsi visivo - il primo impatto è visivo - viene ad assumere il ruolo di punto esatto di collocazione, quasi di cruna attraverso la quale è possibile vedere l'armonia che c'è nella realtà. Fuori di questa cruna si istituisce il caos e la disarmonia, questo è il punto. Quindi l'idea di miraculum, unita a quella di bellezza, è congiunta all'idea della contrapposizione caos-cosmos. Quindi potremmo dire che questa bellezza che è transeunte, che se ne va, però nel suo attimo diventa pertugio per cui si guarda la realtà come armonia» (Un ritratto dal vivo di A. Zanzotto, cit.). Sono interessanti anche le considerazioni sull'odierna degradazione dell'effetto mistico della beltà, convertito all'uso commerciale, e sul «pullulare brado di operatività», che mettono in crisi sia bellezza che beltà del paesaggio, deturpandolo sempre più. 45 M. Eliade, Trattato di storia delle religioni, Torino, 1988, p. 384. 46 A. Zanzotto, Semine del mazzar6l, in Pasque, Milano, 1973, p. 21. 47 A. Zanzotto, Fosfeni, Milano, 1983, p. 79. 48 G. Orelli, Un sonetto di Zanzotto, «Il piccoloHans», n. 23, 1979, p. 66. 49 A. Zanzotto, Sull'altopiano, cit., p. 71. 50 H.R. Jauss, Esperienza estetica ed ermeneutica letteraria: I. Teoria e storia dell'esperienza estetica, Bologna, 1987, p. 109. 145

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