Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

quasi identica, sulle pareti di casa, nei dipinti di mio padre. Una volta affrescò una stanza. Ci mise selve, uccelli, erbe, fiori e tante decorazioni ornamentali. Dentro questa specie di Eden c'ero anch'io, vestito da principino9 • Ho davanti i paesaggi che mio padre dipingeva e appendeva alle pareti e mi ripetevano quello che c'era all'esterno. Era come una irruzione del paesaggio nell'interno della casa: una specie di vista extra lucida come dicono...: in francese extra lucide vuol dire chiaro veggente10 • Colori Tali suggestioni visive stanno probabilmente alla base della dimensione «decorativa» di tanta parte della poesia di Zanzotto (ut pictura, appunto), le cui prime attestazioni si dannoproprio nei componimenti giovanili raccolti in A che valse? - si veda, ad esempio, il componimento «Davvero soffici pennellate», il quale offre un significativo campione di come la natura possa essere percepita pittoricamente («Davvero soffici pennellate/ di verde pallido I sono gli alberi lassù nel bosco», vv. 1-3) e di come anche la lingua si faccia colore («Oro oggi è la gioia/ della mia lingua», vv. 22-23). Nei versi di Zanzotto c'è una profusione di colori: di gialli, di rossi, di verdi, di blu, di bianchi, di viola; colori attraverso i quali è rappresentata la varietà degli elementi naturali, ma anche colori che, sganciati da qualsiasi riferimento reale, parlano nel loro linguaggio interno ed astratto. Si pensi solo a quel colore pregiato - immagine tanto ricorrente quanto ricca di implicazioni simboliche - che è l'«oro», rinvenibile infatti a partire da A che valse? (cfr. la citazione di cui sopra) fino a Fosfeni (Anticicloni, inverni) II, 1-2: «E tu nell'intimo del mio oro mi attendi/ e io nell'intimo del tuo oro mi vagheggio») e in 102

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