Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

Of an extremist in an exercise... The season changes. A cold wind chills the beach. The long lines of it grow longer, emptier, A darkness gathers though it does not fall And the whiteness grows less vivid on the wall. Qui, essere visibile è essere bianco, Ùn bianco solido, totale, l'effetto estremo D'un estremista in esercizio... La stagione muta. Un vento freddo raggela la spiaggia. Le linee s'allungano, si svuotano, Un'oscurità s'addensa, ma non cade E il bianco impallidisce contro la parete35 . Dicendo «qui», per esempio nel Connecticut di Stevens, indicando il fatto di essere stato scritto «qui», il testo rinvia efficacemente al punto di localizzazione minimo e decisivo che, insieme al tempo atmosferico, struttura il testo. Qui, in questa cerchia (Thomas parla degli oggetti intorno a lui come una cerchia di tenebra) dove il bianco sovraimpressiona e immette nel «moving chaos», che è il motivo centrale di "The Auroras of Autumn", oggetti, forme e frasi trovano al contempo il loro inizio e la loro fine: flash della mente o spettri gentili - come l'inquilino forestiero, il domovoj, che gira dispettoso per le stanze, nella poesia di Pasternak. Anche Thomas, nell'oscurità in cui precipita con gran strepito, riceve l'idea, come di una visitazione, come un'allucinazione: «se aprissi molto rapidamente lo sportello di una credenza potrei vederti seduta... >> 36 . Questa rapidità del movimento dello sportello è, per Stevens, l'angelo stesso della realtà. Un rapido volgere di spalle: vedere e subito vedere svanire. A nove lettori su dieci - scrive Stevens - parrà l'angelo dell'immagi82

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