Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

crezio a Leibniz: i corpi, nella loro linea di caduta nello spazio, incontrano il tempo, e qui la gravitazione subisce uno scarto, qui si passa dagli atomi democritei alla sostanza leibniziana, dal movimento eracliteo al «tormento differenziale». L'infinitesimo, nella scomposizione della velocità, regala un tempo supplementare, in cui, nella «velocità cosmica dell'esplosione», la poesia nasce sottoposta alle "ondate termiche" di una quarta dimensione. Per questo, e proprio tornando a Dante, Mandel'stam guarda, nella sua poesia, «all'unico oggetto che veramente sia strutturalmente passibile di raffigurazione poetica: gli impeti, le intenzioni e le ampiezze dell'oscillazione». È la danza ondulatoria - «il valzer» - il vero segreto della moderna poesi� europea. Principio fondamentale del valzer è la predilezione, tipicamente europea, per i movimenti ondulatori continui, «l'attenzione all'onda» che pervade la nostra dottrina della materia, la nostra poesia e la nostra musica27 • Nel valzer, si congiunge l'«impeto» del verso con la forza che orienta la caduta nello spazio, l'«attrazione» - «la tara/ di attrazione verso lo spazio vuoto». Da una parte, l'instabile pressione energetica sulla lingua - «desio», «impeto» - dall'altra l'attrazione al fondo della Giudecca, nell'inferno dei ghiacci. Dunque Stevens non è solo nella sua impresa. Anzi, a partire dalla «crisi della rappresentazione» e dallo «svuotamento dell'esterno», tutta la poesia del novecento mette alla prova ogni possibilità di descrizione e con essa di «visibilità» del mondo. In poesia, l'occhio narcisistico che Merleau-Ponty mette al cuore della visibilità, l'occhio che vedendo implica l'essere visto, è, se cosl si può dire, in stallo. Il testo poetico rompe con la «visione in generale» 77

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==