Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

L'osservazione di Claudel, riportata da Merleau-Ponty, mette il rilevamento dell'ora e del luogo al centro di una nuova conoscenza dello spazio e del tempo. Una conoscenza che la poesia del novecento fa propria nella sua essenza: prendendo entrambi come qualcosa da interrogare, qualcosa la cui visibilità si offre innanzi tutto nella forma di un'interrogazione. È questione di superfici: Celan percorre il suo «Meridiano» a partire da una precisa perdita di luogo, Mandel'stam rovescia nel presente del testo il suo diario meteorologico. Così il novecento scopre il valore «superficiale», a strati, della geologia. «Tutto questo è solo superficie», affare di illuminazione: la lampada di Aladino «che traversa le tenebre geologiche delle età future»24 . Tutto questo resta «sulla pelle del mondo esattamente come il mondo visibile resta sulla pelle del poeta». Il che equivale a dire che è un affare d'atmosfera, d'aria e di luce. Credo - scrive Marina Cvetaeva25 -che la cosa più importante per Pasternak «sia il tempo che c'è fuori, quello sguardo gettato alla mattina alla finestra». Pasternak si affaccia su un cortile pieno di ragazzi e chiede: «cari, che millennio fa fuori?». Così, tutta la sua opera è «meteorologia lirica e lirica meteorologica». Anche per la Cvetaeva il visibile è un sistema di vibrazioni, raggi luce che nel novecento divengono anche onde radio, come sottolinea Dylan Thomas: «la vita è soltanto onde, onde radio e vibrazioni elettriche»26 , vibrazioni egualmente distribuite su corpi e oggetti. Per Mandel'stam un movimento oscillatorio, come un valzer, investe i corpi in caduta e imprime loro uno spostamento nella traiettoria. L'irradiazione universale della luce in Mandel'stam è come il sistema tolemaico per Dante: Mandel'stam lo considera «un involucro protettivo» che introduce la poesia nella cartilagine del tempo. L'amorosa voluptas di Lucrezio diventa forza d'attrazione, peso e caduta, clinamen. La legge del declinare di ogni cosa, alla deriva verso la mortalità, è collocata sulla linea d'oscillazione che va da Lu76

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