Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

Oggi mi lagno di nuovo per una nebbia dalla bocca d'inferno che sta soffiando sul traghetto di Laùgharne, e le nubi giacciono sul cielo scampanante come le lenzuola di polvere su un pianoforte. [...] E il traghettatore monocolo, che non sa leggere una parola stampata, rema forse su un fiume di parole, in cui le sillabe del pesce sfrecciano fuori e sono catturate sul suo amo che fa rime... [...] Vorrei poter descrivere quello che sto contemplando. Ma nessuna parola potrebbe dirti... [...] Non riesco mai a rendere giustizia ai chilometri e chilometri di melma e sabbia grigia, [...] al quasi spezzarsi del cuore mentre il sole spunta per un attimo e illumina le lacere vele di un peschereccio. [...] Al diavolo il sole che, accidenti, non splende. Presto ti saluterò con un bacio. Sta incominciando a far freddo, troppo freddo per scrivere10 . La scrittura nell'atmosfera si tempera, e la finestra - che fa da quadro-cornice - addestra a un nuovo «contatto con la realtà», più radicale di quello che Stevens ha previsto, dove non solo la poesia «rimanda alla realtà» ma può cambiarla. La poesia può cambiare il tempo. Thomas dovrà solo continuare a scrivere «finché la pioggia sprizzerà indietro» e «il sole balzerà fuori». Tutto è pronto: «questo è il posto», la poesia non ha che da cominciare, questo è il posto: il posto, la casa, la stanza di lavoro, il momento. [...] Qui sono felice e sto scrivendo. Tutto quello che scriverò in questo spazio d'acqua e d'alberi sul dirupo, ogni parola sarà il mio grazie11 • In questo «spazio d'acqua e alberi» la nebbia soffia sul traghetto di Laugharne, ma la poesia la scaccerà, insieme alla pioggia. Ciò che la poesia muta non è una cosa, questa o quella, ma è l'aria. Per un attimo essa è visibile: qualco71

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