Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

guerra, che raccontava il ritorno di lui come se l'avesse visto, aveva perfettamente appreso il tedesco, il suo primo amore era stato un tedesco, e non riusciva ad andare oltre la quinta lezione di inglese, giunta alla quale regolarmente sveniva, come se questo rapporto linguistico ruotasse però intorno al colore. Uno scontro di punti di vista, continuamente ricordato in analisi. Quattordicenne, ferma in macchina con il padre al semaforo, lite improvvisa sulla natura del rosso. Il rosso era rosso, diceva il padre. No, il rosso era arancione, diceva la figlia. Ma la derubricazione, la gradazione verso lo smorzamento, che segnava anche un passaggio al giallo, al possibilismo, non le era riuscita. Il rosso funzionava, nella sua vita, come effetto cromatico, senza degradarsi, il fascino che l'attraeva politicamente a sinistra era lo stesso che la spingeva a rivolgersi per qualsiasi piccola denuncia alla polizia, l'alt del semaforo la induceva a togliere tra sé e suo figlio qualsiasi porta della camera da letto o del bagno: il rosso spingeva al v.erde. Finché, morto il padre, incominciò in sogno a riempirgli il bagno di asciugamani arancioni: "l'individualizzazione, scrive Klee, è data dall'accentuazione cromatica di quadrilateri". Questo è il soggetto dell'arte. Il breve film che Beckett ha girato con Buster Keaton nel 1965 si chiama "Film". Lo precede la figura di un occhio. Fotogramma da Film di Samuel Beckett, 1965. 56

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