Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

un compendio tra figura ed evento e persino tra malattia e cura. E la figurazione di cui parla Klee, la possibilità che "l'attività plasmatrice della natura" sia contenuta nella "forma materiale fondamentale" capace di accogliere la rappresentazione: che insomma il rombo compaia nel quadro. Il sogno del pesce-rombo che appare a un'analizzante sulle rive di un mare in burrasca contiene gli stessi elementi di quello di un'altra analizzante, che sogna di essere al ristorante sotto casa dove l'amico cameriere le consiglia un rombo. Nel primo sogno il pesce rombo è il luogo silenzioso che "contiene all'esterno" le pressioni del mare e il fragore delle onde. Il secondo lega il rombo all'ambito familiare che il riferimento "naturale" del primo può occultare, se la storia non ci riporta l'abitudine degli antichi a considerare il mare come il deposito minaccioso di un magma seminale. Al consiglio di mangiare il rombo a un tavolo dove l'analizzante mangia tutti i giorni, si rifà il monito materno "non si parla con la bocca piena". Finché il silenzio di Vera trova anch'esso, all'improvviso, la sua forma. Un giorno, davanti all'analista, Vera disegna un rombo. Da quel giorno, in ogni seduta, Vera disegna un rombo. E, contemporaneamente, incomincia a parlare. La sequenza dei rombi disegnati da Vera mostra anche la progressione di un movimento. Il primo rombo viene tracciato in rosso su un foglio di carta. Subito dopo, fuori dal foglio, sul tavolo, tre piccoli segmenti puntano in direzione del rombo. 48

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