Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

und Geruch)". Siamo in luglio, dopo la guarigione. Una volta scelto il tema (ora bisogna andare in fretta e schematizzare a grandi tratti), esito allora tra due paradossi, due grandi "logiche" dell'invisibile all'origine del disegno. Due pensieri del disegno , quindi, si disegnano e, correlativamente, due "accecamenti".» «Dia loro dei nomi: come promemoria.» «Li soprannomino: il trascendentale e il sacrificale. Il primo sarebbe l'invisibile condizione di possibilità del disegno, il disegnare stesso, il disegno del disegno. Non sarebbe mai tematico. Non potrebbe porsi o prendersi come l'oggetto rappresentabile di un disegno. Diventando il tema del primo, il secondo, ovvero l'evento sacrificale, ciò che raggiunge gli occhi, il racconto, lo spettacolo o la rappresentazione dei ciechi, diciamo che rifletterebbe questa impossibilità. Rappresenterebbe questo irrappresentabile. Tra i due, nella piega dei due, l'uno ripetendo l'altro senza ridursi ad esso, l'evento può dar luogo alla parola del racconto, al mito, alla profezia , al messianismo, al romanzo familiare o alla scena di vita quotidiana, fornendo in questo modo al disegno i suoi oggetti o spettacoli tematici, le sue figure, i suoi eroi, i suoi quadri di ciechi.» Jacques Derrida Traduzione di Giovanni Scibilia da Memoires d'aveugle. L'autoportrait et autres ruines, Réunion des Musées Nationaux, Paris, 1990, pp. 38-46. 28

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