Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

l'altro? Accontentarsi sempre della memoria dell'altro? L'esperienza di questa infermità vergognosa appartiene a un romanzo familiare; mi limiterò a un tratto soltanto, un'arma e un sintomo senza dubbio, nondimeno una causa: la gelosia ferita davanti a un fratello maggiore di cui ammiravo, come tutti in famiglia, il talento di disegnatore - e l'occhio, insomma, che senza dubbio non ha mai smesso di accusare nel mio intimo, in cuor mio, un desiderio fratricida. Le sue opere, lo dico in modo del tutto fraterno, erano solo delle copie: spesso dei ritratti a matita nera o a inchiostro di china che riproducevano certe fotografie di famiglia (mi ricordo il ritratto di mio nonno dopo la sua morte, berretto, barbetta e lenti tonde) o certi quadri già riprodotti su dei libri (mi ricordo ancora quel vecchio rabbino in preghiera; ma mio nonno Mosè, senza essere rabbino, incarnava per noi la coscienza religiosa: una rettitudine venerabile lo poneva al di sopra del sacerdote). Soffrivo nel veder esposti in permanenza i disegni di mio fratello, religiosamente incorniciati sui muri di tutte le stanze. Cercavo di imitare a mia volta le sue copie: una penosa goffaggine mi rafforzava nella doppia certezza di esser stato punito, privato, leso, certo, ma anche, e per questo stesso motivo, segretamente eletto. Avevo inviato a me stesso, che non esistevo ancora, il messaggio indecifrabile di una convocazione. Come se, al posto del disegno, a cui il cieco iri me rinunciò per la vita, fossi chiamato da un altro tratto, questa grafia di parole invisibili, quest'accordo del tempo e della voce che si chiama verbo - o scrittura. Sostituzione, quindi, scambio clandestino: un tratto per l'altro, tratto per tratto, punto per punto. Parlo di un calcolo quanto di una vocazione, e lo stratagemma fu quasi deliberato. Stratagemma, strategia, tempo di guerra. Parola d'ordine fratricida: economia del disegno. Del disegno visibile, del disegno in quanto tale, come se mi fossi detto: io, io scriverò, mi dedicherò alle parole che mi chiamano. Vede bene che anche qui le preferisco ancora, tiro at25

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