Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

ralistica, dissociatrice», conseguendo, invece dell'auspicata sintesi superiore, risultati poveri e convenzionali: «È il semplicismo in luogo della semplicità: il lato più debole dell'eredità crociana che non siamo qui per disprezzare»27 . Nonostante la cautela ravvisabile in quel parlare di eredità crociana per non prendere di petto l'ispiratore della scuola, l'adesione ali'empirismo critico configura la strategia alternativa della duttilità, ove il gusto, l'affiancamento e la testimonianza vanno di pari passo con il senso storico. La progressiva liquidazione dell'estetica di Croce si vede ancor meglio nel saggio che prende spunto dalle prime due serie delle Approximations di Charles du Bos (fase. n. 9). Non a caso Montale apre citando Solmi su Alain e ne assume le deduzioni: la critica francese, meno preoccupata di quella italiana delle istituzioni filosofiche, ostacola meno il corso dell'esperienza artistica in atto e ripropone all'indagine «una materia che non sia quella troppo stanca "immagine ideale della forma" che uscì fuori dall'estetica del romanticismo, ma che risulti invece lo stesso elemento espressivo, assecondato e individuato, volta per volta, nel concretarsi delle varie figurazioni artistiche». Donde l'opportunità di lavorare, appunto per approssimazioni, tra scavo psicologico e auscultazione delle sfumature sul ''foyer interno" di uno scrittore, con un dono di simpatia umana fatto di gusto e di un armonioso dosaggio di adesione e distacco. Anche più tardi Montale tornerà a du Bos (Approximations, Sixième série, 1934), approvandone la prudenza definitoria e il rispetto di quel che resta irriducibile in un testo, ucciso da chi pretende sapere a che pagina «nasce, muore, rinasce, rimuore la sua poesia e la sua nonpoesia». A disdoro dei notomizzatori italiani sorgerà allora questa bella definizione dell'approccio di du Bos: «Attaccato alla sua preda senza tregua, attento scrutatore di ogni piega dell'anima, egli sa che l'arte può tutto trasformare in qualche cosa di ricco e di strano»28 . Sul «Convegno», tuttavia, tra le pieghe del ragguaglio 194

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