Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

Quando Contini commenterà le Occasioni in termini di superato dualismo tra fase descrittiva e fase assertiva, tra atonia e vittoria della forma16 , Solmi vedrà in questo approccio un «eccesso di dimostrazione» e l'aggiramento, ma non una ricusazione, della griglia crociana poesia-non poesia. A suo avviso nella poesia integrale dell'amico, unica forma di classicità concessa ai moderni, c'è graduazione d'intensità e non complementarità o peggio frattura, essendo il lato filosofico (la disperazione metafisica o «male di vivere») il presupposto necessario della creazione di Montale, la storia del suo farsi: Ché poesia è sempre discorso snodato, non inarticolata illuminazione; e l'illuminazione non sarebbe, se il discorso non la preparasse, imbevendosene, per così dire, via via che la suscita. Per ricorrere ad immagini approssimative, direi che la poesia non è una concreta sostanza di parole, ma una «qualità» presente nelle parole, una qualità dinamica e mutevole che le permea e vi si irradia 17 . La lettura in chiave dinamica e quasi narrativa vuole dare un contorno filosofico a quella che Solmi chiama con Alain «l'immagine sensibile» o il «simbolo concreto» o ancora la «allucinata materializzazione del ricordo». Questa linea interpretativa della continuità, messa in ombra dai brillanti saggi continiani, non soltanto è per sé interessante, ma conta come esercizio esemplare di approssimazione ai percorsi di una poesia della durata, ove corrosione critica e ricostituzione dell'oggetto si pongono entrambi fuori dalla pura letterarietà. L'indugio sugli orientamenti di Solmi stabilisce lo sfondo collaborativo su cui proiettare certi interventi di Montale francesista sul «Convegno», operando un piccolo ritaglio entro la storia di un pensierò critico di cui sono abbastanza noti antefatti e esiti18 • Un antefatto è per esem188

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==