Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

coscienza critica a dominare qualsiasi albale perception naissante, in virtù di quel rapporto dinamico tra pensiero e corpo per il quale la metafora si fa idea e viceversa. Se è vero che la filosofia utile al poeta è una topografia rigorosa della sua esperienza e «non procede già a base di grandi colpi di mano ideologici e dialettici», conviene al critico adeguarsi come un fisiologo all'autore, il suo ascetismo esercitandosi per l'appunto in una «interminabile approssimazione al proprio oggetto». In questo modo si crea un movimento solidale tra il viaggio ermeneutico del critico e la poetica contemporanea, che concepisce il testo in termini di processo ossia di infinita approssimazione al valore. Nello stesso 1930 le postille ad Alain commentatore dei Charmes e la monografia Il pensiero di Alain ribattono sui punti qualificanti il metodo del critico francese: l'idea del lavoro interpretativo quale infinito avvicinamento all'oggetto, il criterio «acremente fisiologico» con cui Alain aderisce all'emozione sensuale e insieme intellettuale del poeta («i legami metaforici sono le nostre fibre stesse»), la cognizione inquieta del moderno, che tramuta nell'evidenza formale una materia sfuggente13 • Alain risulta in tal modo mediatore di una revisione dell'estetica egemone in Italia, perché sfugge al monismo della pura elaborazione interna «nel rintracciare la trama sensuale e corporea che sostiene tutte le nostre idee, anche le più astratte e universali: il momento ispirato, mitico e poetico, insomma, dell'intuizione metafisica»14 . Il radicalismo di Solmi si legge in trasparenza perfino in quello che scrive di Montale. La recensione agli Ossi è tutta un elogio della «casta eloquenza» e dell'«aspirazione classica» dell'amico poeta, ma questa oggettività, si avverte, nasce dalla desolazione: «E questo atteggiamento complesso dà alla sua poesia un sapore di compiutezza e d'oggettività, di materia dominata e intimamente esaurita da ravvisarvi [...] una parvenza dell'unica classicità compatibile colla nostra epoca difficile»15 . 187

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