Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

Solmi e constatato a secolo quasi exeunte da Eco6 • In questo clima di scontento si iscrive l'opera svolta dal «Convegno», rivista milanese diretta da Enzo Ferrieri tra il 1920 e il 1940 con eccezionale apertura alle letterature straniere, affidaté a consulenti e traduttori sensibili al bisogno vitale di rinnovamento tipico della Milano di quel periodo. Ferrieri affianca alla rivista la «Libreria» e poi il «Circolo», dove tengono conferenze uomini come Valéry, Svevo e Debenedetti; apre anche un Teatro d'Arte rappresentando molti grandi del Novecento, tra cui, in anteprima, il Joyce di Esuli, tradotto da Linati già nel '20. La trasfusione culturale che il ventaglio di iniziative promuove non è guidata da una generica esterofilia, ma dalla necessità di verifiche in sede nazionale, come spiega in vari editoriali Ferrieri, che evitò sempre gli eccessi delle avanguardie, badando più a comparare che a importare di peso le mode d'oltralpe. Montale recensisce prontamente l'attività editoriale e teatrale della rivista e ne condivide la disponibilità, sulla linea di disciplina stilistica della tradizione vociana e rondista, ma con maggiore apertura al clima europeo: Continua in qualche modo l'opera dell'ultima «Voce» e della «Ronda»- in quanto codeste riviste rappresentavano il punto di raccolta e di ritrovo dei migliori scrittori della nostra nuova letteratura: quelli che tentano di contemperare un sano sentimento paesano con gl'influssi dei tempi nuovi [...]. Bisogna anche dire che il «Convegno» ha evitato di raccogliere la parte più polemica del programma delle due riviste rammentate- speciosità, azzardi sondaggi, che non furono tuttavia senza qualche benefizio-; e ciò ha dato a questa rassegna un carattere più eclettico e aperto, se pure più impreciso7 • Nel '27 Montale diviene titolare della rubrica francese 183

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