Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

NOTE 1 Affrontare l'opera e la figura di Wallace Stevens significa ripercorrere - operando quasi in contropelo - tutto il Novecento, e con esso il movimento Modernista, di cui da qualche tempo non si fa che cantare l'epicedio, imponendo una rilettura che dia conto del ritardo della critica e del pubblico nei confronti di una delle voci maggiori del secolo. Alcune date, oltre a darci utili e chiari punti di riferimento, ci aiuteranno a spiegare la tardiva, e spesso mancata, adesione critica e poetica all'opera di Stevens. E a darci ragione del perché è proprio con l'epoca dei cantori funebri del Modernismo che si deve l'attenzione più devota e intelligente a questo grande poeta statunitense. Potremmo considerare isolate le preveggenti e luminose prese di posizione di Van O'Connor, Yvor Winters e R.P. Blackmur tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta. Bastino per tutti il famoso Wallace Stevens: the Poems of Our Climate (1977) di Harold Bloom, lo studio di Helen Vendler, Wallace Stevens: words chosen out of desire (1984) e quello di Lucy Beckett, Wallace Stevens (1974). Ma non va dimenticato il ruolo fondamentale svolto da Wallace Stevens (1967) di Frank Kermode. E si vedano anche In Defense of Poetry di Yvor Winters che considerava "Sunday Morning" la più bella poesia americana del ventesimo secolo; TheShapingSpirit. AStudy of W.S. (1950) di William O'Connor; From and Value in Modem Poetry (1952) di R.P. Blackmur. 2 Cosl in Critica del gusto: «Wallace Stevens col suo panteismo estetico ma senza immortalità, da moderno Lucrezio» e definendo "Sunday Morning" «un soliloquio domenicale di una donna che si dibatte fra le ragioni pro e contra la religione cristiana, risolvendosi per il contra», Milano, 1966, p. 41. 3 Da quest'ultimo verso del poemetto Helen Vendler trarrà il titolo del suo saggio sui poemi di Stevens, On Extended Wings: Wallace Stevens' longer poems, Cambridge, 1969. 4 Cfr. W.S., The Necessary Angel: Essays on Reality and the Imagination, London, 1960, traci. it. L'Angelo Necessario, Milano, 1988, a cura di M. Bacigalupo. 5 Cfr. W.S., Imagination as Value in op. cit. 6 Cfr. Lucy Beckett, Wallace Stevens, Cambridge, 1974. 7 Cfr. W.S., Il nobile cavaliere e il suono delle parole, in op. cit. Per questa concezione della forma Stevens non poteva non essere apprezzato da Ivor Winters che si era schierato contro Eliot. 8 T.S. Eliot, Tradizione e talento individuale, in Il bosco sacro, Milano, 1971. 9 Sui rapporti tra Keats e Stevens di grande interesse è il saggio di.Nadia Fusini ''Sinfonalis est anima'', «Finisterre», n. 1. 10 «La finzione delle foglie è icona / del poema, la figurazione della beatitudine, / e l'icona è l'uomo... / Le parole sono insieme icone e uomo», traci. it. di Massimo Bacigalupo in W.S., Il mondo come meditazione, Palermo, 1986. 157

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