Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

soluzione negli altri io diventerà l'impersonalità dell'io plurale e cangiante, voce di un umanesimo visionario dei molti, trasformandosi via via nella vocalità rituale del sacerdote (nelle "Notes") e successivamente nella lingua originaria e senza inizi, la lingua che nomina e crea di "The Rock" (1950): The fiction of the leaves is the icon of the poem, the figuration of blessedness, and the icon is the man. e più avanti: His words are both the icon and the man10. L'io del poeta nell'ultimo Stevens è un io poroso, un'essenza pervasiva e anonima, al di là ormai della soglia dell'identità. La ricerca di essenze atemporali e di forme privilegiate di rivelazione presente all'interno della poetica modernista - e che altri teorizzeranno nelle epifanie CToyce) e nei talismani (Montale) - si realizzerà in Stevens privilegiando l'intensa ricerca di una redenzione estetica del mondo come scoperta di un ordine in cui l'io dissanguato e tardivo si rinnovi. Una fede, da parte di Stevens, nel ruolo fondamentale del fatto artistico che culminerà nella concezione del poeta come massimo demiurgo, creatore delle «supreme finzioni» senza le quali siamo incapaci di concepire la vita 11. 2 Pur appartenendo ancora all'ultima propaggine della tradizione simbolista, Stevens rivela dunque immediatamente 153

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