Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

ficato al presente. Stevens non solo appare all'orizzonte quando i giuochi sono fatti, ma condivide solo in parte gli ideali letterari dell'epoca cui appartiene. E potremo senz'altro partire, per darne un esempio, da quel primo solare capolavoro che è "Sunday Morning" contenuto in Harmonium. Con "SundayMorning" ci troviamo già in un'atmosfera diversa da quella degli altri Modernisti. L'impianto è tradizionale: un poemetto di otto stanze di 15 versi sciolti contrappuntati da iterazioni di termini chiave (wings, earth, sun, sound, paradise, death) che passano da stanza a stanza come cicliche riprese musicali. Siamo di fronte ad un testo chiuso, al well made object ben diverso dall'enciclopedismo citazionista, dall'asimmetria e dal collage cui ci avevano abituato Pound ed Eliot, e dagli interessi sociali di questi ultimi. Così come ci troviamo distanti dalla oggettività tutta visuale di Williams: "Sunday Morning" è lirica estremamente raffinata e trasparente, e nuova non solo per la tradizione letteraria statunitense. Pur partendo da assunti e formule imagisti, Stevens già li supera nell'idea dell'immaginazione come arte e interpretazione, poiché nella profonda complementarità tra finito e infinito, terreno e ultraterreno, cui il poema dà voce, la mente non subisce passivamente le cose, ma in esse crea se stessa. Anima e mondo sono già in una dialettica che produce la conoscenza e il piacere nelle nostre esistenze. La poesia si snoda lungo l'attardata colazione di una donna una domenica mattina. Nel giorno dedicato alla Messa e al ringraziamento del Signore, la donna fissa nella contemplazione quanto mai sensuale e percettiva la realtà che la circonda e tocca, in una sorta di furor estatico, se non il significato almeno il momento nascosto di una resurrezione terrena. Una resurrezione la cui qualità sembra essere quella di essere libera da ogni catena religiosa e da ogni rogazione di futuri Eden. Un'apoteosi panica dell'hic et nunc, o un paradigmatico esempio di «panteismo esteti149

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