Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

no alla singolarità di questo argomento, è che il concetto generale di Verleugnung può modificare la nostra idea del mondo«esterno», proprio come la rimozione ha modificato la nostra idea del mondo«interno». In questo consiste il significato del titolo del capitolo relativo alla Verleugnung nel Compendio di psicoanalisi: ''L'apparato psichico e il mondo esterno". Laplanche e Pontalis, nella Enciclopedia della psicoanalisi, concludono il loro contributo a proposito della Verleugnung ponendo una domanda pertinente: se«... il diniego [Verleugnung] che ha conseguenze così evidenti nella realtà, non riguardi un elemento fondatore della realtà umana...» (p. 125). L'idea che la Verleugnung possa«fondare» la realtà è coer,,nte con lo stimolo sostanziale dell'opera di Freud. Il suo modo di procedere è quello di esaminare la difesa, di postulare l'intollerabile (unvertràglich) che non è stato pienamente eliminato dalla difesa, e quindi di allargare la concezione della realtà fino ad includervi l'intollerabile. Questa nuova concezione della realtà, contraddistinta dalla difficoltà di traduzione dell'intollerabile (ciò che potremmo chiamare l'Ùbertragung dell'unvertràglich), è essa stessa difficile da sostenere, da accettare, da tradurre. Perciò, come abbiamo sottolineato, la maggior parte dell'opera di Freud è dedicata alla complessa traduzione della realtà«interna» della perversione rimossa. Lo studio di processi difensivi comuni a feticismo, nevrosi e psicosi ha posto in rilievo la realtà«esterna». La parte di realtà«esterna» che è unvertràglich per il feticista è la differenza sessuale. Perciò, come ho cercato di dimostrare, Freud non è coerente quando sostiene che il feticista rinnega il«dato di fatto» della castrazione. Egli comunque affronta la Verleugnung della differenza quando parla di feticismo come una mezza misura, tale per cui il feticista a volte sperimenta l'angoscia della castrazione, e a volte no. Allora la castrazione è qualcosa con cui il feticista non può convivere, ma a cui non può rinunciare. È la fantasia che attribuisce all'uomo 137

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