Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

il rapporto tra lo psicotico e la realtà mediante la «creazione di una realtà nuova», meno sgradevole di quella che è stata rinnegata (1924, vol. 10, p. 41). Una volta entrato in azione il meccanismo di difesa nei confronti di un turbamento che può essere interno o esterno, il turbamento non scompare senza complicazioni. Ribellandosi, l'Es non può semplicemente eliminare il reale. Anzi, il reale continua a provocare turbamento: «... nella psicosi la parte della realtà che è stata rigettata torna continuamente ad imporsi alla vita psichica, così come fa nella nevrosi la pulsione rimossa, ed è per questo che i risultati sono gli stessi in entrambi i casi. .. Così, sia per la nevrosi sia per la psicosi si presenta non solo il problema della perdita di realtà, ma anche il problema di un suo sostituto» (1924, vol. 10, pp. 42-43). E in entrambi i casi il sostituto viene attinto dalla stessa riserva, il «mondo della fantasia..., che a suo tempo, quando fu instaurato il principio di realtà, fu separato dal mondo esterno reale» (1924, vol. 10, p. 43). E qui Freud precisa che il mondo della fantasia «non è inaccessibile all'Io, ma è ad esso legato in modo labile» (ibidem). Il saggio sul feticismo offre ulteriori chiarimenti sul fondamentale processo di formazione di un sostituto. Come abbiamo già visto, il feticcio sostituisce l'assenza, inaccettabile, del pene nella donna. E così, come il frammento di realtà interna o esterna contro cui si erigono le difese si riafferma continuamente nelle nevrosi e nelle psicosi, così il nulla spaventoso si riafferma nell'oggetto del feticista. Ecco perché Freud comincia a parlare di Verleugnung: questo concetto descrive il processo di difesa grazie al quale quella parte di inaccettabile realtà viene allo stesso tempo percepita e sostituita. Evidentemente il feticcio costituisce un esempio perfetto di come Verleugnung e formazione sostitutiva agiscono. Ma non è l'unico. Freud ci presenta altri esempi di sostituzione di un'assenza intollerabile. Egli racconta di due pazienti uomini, nessuno dei quali 126

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