Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

to perenne. Cosl facendo, il critico non può agire diversamente da ciò che Bloom imputa a Stevens a questo proposito: «Quando Stevens "osserva", in realtà salvaguarda e si guarda dalla principale fantasia romantica della foglia...» (p. 58). Quando Bloom osserva "The Snow Man", arriva a considerare«il nulla» come un«tropo che ne distrugge un altro», un tropo che in definitiva è riduttivo, ed è«a malapena simbolico» (p. 63). Quando Miller osserva, osserva qualcosa che scompare non appena viene nominato, qualcosa che viene«... liberato, intravisto e complétamente distrutto, come quelle particelle atomiche la cui vita dura un solo milionesimo di secondo» (p. 160). La Vendler osserva il confine tra «liquidi immiscibili». Il problema del linguaggio critico costituisce esso stesso un ponte per la teoria del feticismo. Anche il feticismo, o perlomeno il feticismo come lo concepiva Freud, ha a che vedere con«il niente che è»: la realtà della differenza tra i sessi osservata, nel senso di Bloom, attraverso la lente d'ingrandimento del complesso di castrazione. E, come vedremo, anche Freud è alla ricerca di modalità per parlare di un'oscillazione irriducibile. Prima di affrontare Freud nel dettaglio, vorremmo dedicare particolare attenzione a Marshall Edelson, uno psicoanalista che dedica a "The Snow Man" un lungo capitolo nel suo libro Language and Interpretation in Psychoanalysis (1975). Come già Bloom e la Vendler, Edelson interpreta la poesia alla luce della pathetic fallacy, pur senza sollevare le particolari questioni di storia letteraria che abbiamo già visto. Egli scrive: Si deve diventare come l'inverno per percepire oggetti ed eventi dell'inverno cosl come sono, senza attribuire a questi oggetti ed eventi sentimenti o motivazioni umane... Paradossalmente, in questo senso si dovrebbe diventare nulla, e perciò essere come la natura, immersi nella natura che non ha 119

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