Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

ve» è sia ironico che prescrittivo. In modo ironico ci dice che si dovrebbe raggiungere l'impossibile, perdere ogni umanità, per non percepire alcuna emozione di fronte al vento invernale. In modo prescrittivo ci dice che in realtà ci si deve sforzare di ottenere l'impossibile per vedere ciò che è, senza imporvi il velo della soggettività. In termini di storia letteraria la doppia condizione di «deve» fa della poesia "The Snow Man" una meditazione su ciò che conosciamo come pathetic fallacy, meditazione che, nuovamente, non perviene ad alcuna sintesi. Harold Bloom sottolinea chiaramente questo punto. Per illustrare tale prospettiva letteraria, Bloom cita alcuni versi di Coleridge: «The one red leaf, the last of its clan/ That dances as often as dance it can» («Quell'unica foglia rossa, l'ultima del suo gruppo/ che danza quanto più spesso può»). Bloom ricorda che questi versi furono ampiamente criticati da Ruskin, il quale sosteneva che Coleridge attribuiva alla foglia vita umana e volontà, e una capacità non reale e disorientante di scelta e di divertimento (p. 55). La pathetic fallacy fu senza dubbio uno dei principali strumenti della poesia paesaggistica romantica, e fu denunciata autorevolmente da Ruskin come falsità. Bloom dapprima legge "The Snow Man" come un esempio a cui applicare la critica di Ruskin. Egli scrive: «La voce narrante di "The Snow Man", voce che alla fine della poesia è diventata quella dell'Uomo di Neve, cerca in ogni modo di evitare ogni concessione alla pathetic fallacy» (p. 54). Per richiamarci a precedenti considerazioni, Bloom sembra dare una lettura prescrittiva al «deve» iniziale. Il poeta che contempla il paesaggio invernale non deve cedere alla tentazione di umanizzarlo; tuttavia Bloom è anche ben conscio dell'ironia della poesia. «In "The Snow Man" Stevens è meno scrupoloso di Ruskin o forse, ironicamente, vuole sembrare meno scrupoloso. Anche lui, come Ruskin, sa che nessun poeta moderno può comporre una poesia senza la presenza dominante di tropi di pathos, e tuttavia egli scri116

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==