Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

La luce mescolata Il "Frammento sui colori" dell'Anonimo Giele Erano passate inosservate alle precedenti ricognizioni (Coxe e Powicke) le Quaestiones de anima che Maurice Giele scoprì nel manoscritto Merton College 275, a Oxford, e delle quali approntò l'edizione, poi portata a termine nel volume Giele M.­ Van Steenberghen F.-Bazan B., Trois commentaires anonymes sur le Traité de l'ame d'Aristote, Louvain-Paris, Publications _Universitaires-Béatrice Nauwelaerts, coli. Philosophes Médiévaux, tomo XI, 1971. L'interesse storico filosofico dell'edizione è stato più volte sottolineato e discusso, specialmente per la personalità dell'autore, come risulta dall'impostazione filosofica, «all"'estrema sinistra" dell'averroismo latino, più "a sinistra" perfino del Sigieri di Brabante dell'epoca precedente l'intervento di Tommaso d'Aquino» (Z. Kuksewicz), e per: la complessa situazione intellettuale che si agitava intorno al 1275 sulla questione capitale dell'autonomia dell'attività del pensiero. La nota editoriale, che attribuisce con riserva questa opera a Boezio di Dacia, segnala in questo testo le tracce della vivacità di quella battaglia delle idee e quelle della "presa diretta" dell'insegnamento oxfordiano, e ne rileva perfino le discontinuità e le riprese caratteristiche della reportatio universitaria, in particolare evidenti nell'ultimo brano, cioè il presente Fragmentum de coloribus, che non è peraltro inserito nello schema di una quaestio né di un commento. È questo aspetto, in particolare, che può essere sottolineato qui: quel tratto di stile «nervoso e tagliente in certi brani, in8

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