Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

no guscio, e dentro, bisognerebbe spiegarlo a tutti, me ne sto io come il gheriglio in un mallo. Allegoria dell'incrostazione, si potrebbe anche intitolare quest'opera». Dinanzi alle verdi sfere della notte le dita arcobaleno cercano nei segni il disegno del sogno. Seduto tra nere uova il collezionista di teschi raccoglie diafane tele. Questa poesia dipinta, la seconda di sette, di Claudio Parmiggiani, pubblicate nel 1981 con una stampa tipografica a 7 colori, è la superficie fondamentale della serie di istanze che si è presentata sin qui. Le dita sono insieme lo strumento e l'oggetto del fare, ma sono dita arcobaleno, il pennello e la gradazione cromatica, per una lavorazione che, anche nella psiche, si lega alla tecnica manuale, che ha per oggetto il soggetto stesso, una manipolazione che riguarda la punta massima del rapporto alla rappresentazione: il nome del padre. La lavorazione che il soggetto compie sul nome del padre, che è il suono e la forma del suo godimento, quello da cui il soggetto ha origine, ma un'origine che non può essere diretta, solo il soggetto psicotico è figlio che si riconosce come figlio del godimento del padre, questa lavorazione che tende a contenere una diffusione puntiforme, in una rete, in una palla, è nel contempo una gradazione sul colore, capace di degradarlo e di lenire, di curare il trauma, e qui entra in campo il suono, che il rombo tacendo rappresenta. La palla, oggetto della lavorazione, cui Sergio Finzi ha dedicato il suo libro Nevrosi di guerra in tempo di pace, è questo oggetto nero dell'origine, l'uovo nero del collezionista di teschi, che unisce la vita e la morte, sul bianco, di una diafana tela. Tela, tessitura, trama, lavorazione, tela quadro, superficie fondamentale per la rappresentazione, dalla quale non si può prescindere, per un risultato che è un "non composto nel23

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