Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

ciò che resta è la vietnamizzazione della mappa cittadina. Il sampan brucia davanti a New York (Nick's Movie di Wenders), la Senna è il Mekong (Marguerite Duras), il colonnello Kurtz rimbalza dall'Africa interiore di Conrad al Vietnam interiore di Coppola/Brando via Orson Welles. Non è la civiltà che occupa la giungla (significativo l'insuccesso del film di Peter Weir e Paul Schrader Mosquito Coast), è la giungla che invade la città - coi suoi alligatori, coi suoi serpenti-visitors, coi suoi Rambo addestrati al survival, coi suoi riti voodoo (Angel Heart). Ecco allora che il peggiore film sul Vietnam, Full Metal Jacket di Kubrick, è il migliore film sulla metropoli moderna: un universo contemporaneamente concentrazionario e frammentato, delimitato da un capo all'altro dagli spazi claustrofobici della caserma (un'istituzione tritaragazzi tanto quanto la scuola di Pink Floyd The Wal[) e della casa del cecchino (con quell'irruzione militare uguale a tutte le salvezze dei telefilm polizieschi). Il Vietnam è alla periferia di Londra: lì dove abitavano i drughi di Arancia Meccanica. L'Asia è un paese crepuscolare, nordico, dove le case distrutte sembrano una fabbrica abbandonata - così come il West di Ferreri (Non toccate la donna bianca) era concentrato nel buco delle Halles parigine. Da quando i reduci sono tornati, la città si è completamente vietnamizzata (Rambo, L'anno del dragone, Arma letale). Da quando gli extraterrestri si sono integrati, la città è diventata aliena (Liquid Sky, Terminator, Alien Nation, Essi vivono). Da quando i mostri si sono inurbati, la città è un campo di battaglie esoteriche ( Ghostbusters, Grosso guaio a Chinatown, L 'ammazzavampiri, Il buio si avvicina, Angel Heart - ma tutto era cominciato con Rosemary 's Baby). Camminiamo in mezzo a una folla di vampiri punk, alieni yuppies, nazisti in incognito, cavalieri immortali, narcotraficantes, guerrieri della notte, grandi scimmie - e noi non siamo da meno. Arrivano in città non solo da altri spazi, ma anche da altri tempi - dal passato (Highlander, 113

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