Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

Interruzioni nella trama: etica e verità, nascita e romanzo Dicevo che tutti i bambini pensano di essere stati adottati, meno quelli adottati. Questa aggiunta alla formulazione classica del romanzo familiare ce ne dà la misura e la funzione. Innanzi tutto la cambia di segno. Non è una fantasia diretta a crearsi più nobili origini. Tanto è vero che la leggenda che accompagna la nascita di Mosè, o quella di Edipo, la presenta rovesciata. Sono i veri genitori ad essere re. C'è allora una realtà più importante in gioco. Quella della necessità di interrompere la genealogia, quale essa sia. Tutti i bambini adottivi che ho avuto modo di incontrare difendono a spada tratta l'essere davvero figli dei genitori adottanti. Nonostante le spiegazioni che a più riprese vengano loro fornite, non credono a niente di diverso. A diciott'anni, ricordo il caso di cui ho di recente parlato, infine la spiegazione li raggiunge, come un trauma. Come un trauma si inserisce allora l'evento che li toglie dal vivere felicemente l'incarnazione del romanzo familiare e gli fa riconoscere che esistono, anche per lui, dei "veri genitori". La credenza che hanno fino a quel momento tenacemen7

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