Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

La costruzione della verità Enunciazione e strutture del rinvio nell'''Arret de mort'' AVEU Il racconto memorabile che è l'oggetto di questa lettura, giace sotto lamano del sottoscritto da almeno vent'anni. Infinitamente riletto e infinitamente dimenticato (intendo, letteralmente dimenticato), sembrava coniugare in sé due potenze antitetiche, ma che ora sono portato a supporre complementari e addirittura in rapporto di presupposizione reciproca: la potenza dell'incanto e la potenza dell'oblio. La continua rilettura del testo ne costituiva la prova inconfutabile. L'incanto, abbagliando la memoria, si sottrae al potere di ricordare: l'incanto è solo nell'atto, nel presente in atto dell'esperienza. L'oblio ne risulta perciò l'effetto più consistente e più proprio: protegge l'incanto ricevuto, impedendone qualsiasi elaborazione sotto forma di simulacro (il simulacro del ricordo). Ma l'incanto esige di venir iterato, l'oblio di venire rimosso. L'ultima (la penultima) delle tante riletture, si è effettuata tra la fine di gennaio e i primi di febbraio di questo anno 1990. La lettura, in tal caso, risultava funzionalizzata alla prospettiva della lettura critica (la presente). Ma in quegli stessi giorni -per una «provvidenziale» coincidenza 43

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