Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

la magnificazione fedele della struttura di cui fa parte. Mostra vistosamente ciò che questa struttura ad angoli retti è disposta a fare: all'interno del suo perimetro cede, si tende, si deforma, si modifica fino allo spasimo. Descrive il carattere articolato della compagine che lo compone, fatta di vuoti e di pieni, di spirito e materia. L'antenato del tessuto, il feltro, si ottiene a suon di botte, gesti violenti e non mediati da quello strumento, il telaio, che segnò il passaggio nella storia umana più vicino all'invenzione della scrittura. Di questa civile articolazione, la stoffa a quadri è testimone innocente ma persistente, mostra ciò che i tessitori più abili hanno sempre cercato di celare: la necessità di convivenza di elementi in opposizione. I velluti, i broccati, i ricami sembrano avere un solo scopo: far dimenticare la necessità degli incroci, il sacrificio che una volta la trama, una volta l'ordito, debbono compiere perché l'armatura si costituisca. Sarà per questa ragione che la stoffa a quadri è stata relegata al luogo della necessità, la cucina, lontana dai luoghi delle rappresentazioni? Mai un generale, mai una regina portano un vestito a quadretti! Proliferano i quadretti laddove si mangia, si cuoce, si lava, dove i corpi dei deboli vengono accuditi, coperti, fasciati. E avranno forma di tovaglie, grembiali, camici, strofinacci, salviette. La stoffa a quadri è presente nei luoghi frequentati dalle donne. Analogia fra il destino di questo tipo di stoffa ed il lavoro femminile, ambedue Cenerentole della storia; (e Cenerentola è naturale immaginarla in un camice a quadri, intenta ad un umile e necessario lavoro.) Perché le Madonne non ascendono al cielo avvolte in manti a quadri, perché le Veneri non nascono dalle acque cinte da veli quadrettati? 171

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