Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

te lo spigolo di un pezzo di sapone da bucato vengono scoraggiati. Il capo di vestiario dall'unica appariscente lordura verrà affidato alla tintoria, dove sarà lavato «per intero» confuso ad altri indumenti. Dagli armadi sono decimate le schiere di vecchi abiti cosparsi di patacche tenaci, di esperimenti mancati di eliminarle, dei disastri compiuti dall'uso di creme «pludetasc». Sono finite le prolungate convivenze con vestiti adorni di pallide gore. I gesti tipici: i tamponamenti leggeri con panni pregni di benzina, le spazzolature brevi ed energiche, le insaponature delicate, chi li ricorda? Chi ricorda il bagaglio di conoscenze stregonesche che decretavano che il latte succhia l'inchiostro, che le tracce di ruggine scompaiono nel succo di limone e sale, che l'acqua bollente bolla il sangue sulla tela? Di queste nozioni ed attività domestiche, i meno giovani di noi portano un ricordo nel cuore: desolate voci femminili risuonano da stanze lontane: «La macchia se ne è andata», gemono, «ma è rimasta la gora!» Le parole «alone» e «gora» che erano usate per intendere la stessa cosa, derivano dal lessico architettonico: «alos» in greco significa «aia», luogo circolare dove si batteva il raccolto, e «agorà» in greco era il luogo di incontro di forma circolare della «polis». Partenza. Il tessuto se ne va. Plastica e carta plasticata si introducono incessantemente nella nostra vita, il loro colore bianco e la loro inesauribile sostituibilità ci forniscono quotidianamente l'illusione che la purezza può essere con163

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